Post Lezione_11:HUG ME

Quando siamo piccoli, quando siamo bambini, siamo creature semplici, genuine e sincere: piangiamo per dire che qualcosa ci ha feriti, ridiamo quando siamo felici.
È solo da adulti che diventiamo degli esseri complicati e contorti. Più cresciamo, più ci trasformiamo, cominciamo a nascondere i sentimenti, a costruire muri, indossiamo maschere, ci comportiamo secondo gli schemi… fino ad arrivare al punto in cui non sappiamo mai veramente cosa qualcuno pensi o provi. Senza sapere come, diventiamo maestri del travestimento.
Non è sempre facile dire quel che pensiamo, a volte dobbiamo essere costretti a farlo. Altre volte invece è meglio tenere le cose per sé, tacere, anche quando il nostro corpo smania dalla voglia di dire tutto.

Ma c’è una cosa che può cambiare tutte le carte in tavola, un gesto che può privarti dell’atto stesso della comunicazione verbale a favore di qualcosa di più carnale e tangibile, un movimento che quando espresso abbatte ogni muro, ogni maschera, ogni distanza, ogni travestimento.
Un abbraccio.
Perché quando abbracci, qualsiasi parola, qualsiasi espressione, qualsiasi sensazione semplicemente si annulla.
Perché quando abbracci, quando lo fai intenzionalmente, tutto intorno diventa un po’ magico…il tuo respiro si accorda con l’altro, il tuo flusso sanguigno si concilia con l’altro, il tuo cuore batte in armonia con l’altro. E a ben guardare in quell’incastro di braccia, teste, corpi che si uniscono tutto ha un suo equilibrio, una sua forma, una sua identità.
E se sei fortunato, quell’attimo di magia, potrebbe rivelarsi la chiave per capire tutti gli enigmi e miseri che artificialmente cerchiamo di frapporre fra noi.

Ma come ho detto, a volte è meglio tacere. E così scegliamo il silenzio, manteniamo il segreto…
e ci arrangiamo per trovare altri modi che ci rendano felici.